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L'educazione romana delle origini e il mos maiorum

All'inizio l'economia romana aveva soprattutto un carattere agricolo e la sua società era dominata da un'aristocrazia di proprietari terrieri. In questa fin dalle origini predominano i valori della casa e della famiglia.
L'educazione non richiede un contesto specializzato, ma avviene all'interno stesso della famiglia. 
Il sentimento a cui si viene educati è quello della pietas, rispetto per i genitori, per gli antenati, la patria e le divinità. Anche la dedizione al lavoro, la moderazione e il rispetto della legge sono valori molto importanti, valori vicini all'areté di Esiodo. Questo insieme di valori costituisce il mos maiorum, l'esempio che viene dagli antenati. La prima educatrice è la madre, anche se la donna nella società romana è inferiore all'uomo. Compiuti i sette anni il figlio passa sotto la guida del padre, il pater familias. L'educatore è il genitore. Attraverso l'esempio del padre, il figlio impara il necessario per gestire un'azienda agricola e partecipare alla vita pubblica frequentando il foro. Anche la prima alfabetizzazione viene fornita dal padre. I giovani praticano l'educazione fisica allo scopo di irrobustirsi ed esercitarsi per la guerra. A quattordici anni il ragazzo toglie la toga praetexta orlata di rosso e indossa la toga libera nel corso di una cerimonia. Così facendo acquisisce il diritto di sedere in senato per perfezionare la formazione politica seguendo i dibattiti tra i senatori più anziani. (tirocinium fori) 
Il punto di riferimento dell'educazione romana è rappresentato dalle Dodici tavole, esposte nel foro che contengono i valori del mos maiorum

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