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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Diventare uomini

Nel mondo romano i riti di passaggio più importanti era soprattutto quando i maschi deponeva l'abito puellare, ossia la toga pretesta e indossavano la toga virili, detta anche libera. Lo si faceva per partecipare simbolicamente nel mondo degli adulti. Il pater doveva stabilire a che età doveva affrontare questa svolta; in genere andava dai 13-14 ai 17-18 anni. La cerimonia segnava l'ufficializzazione della maggiore età per ambiti socio-famigliari, invece che giuridici. Durante la cerimonia il ragazzo si doveva presentare di fronte alla legge con la nuova veste. Era come un'esame, che lo si dimostrava con la propria preparazione.

Seneca e l'autoeducazione interiore

 Seneca è stato un filosofo, drammaturgo e politico romano, esponente dello stoicismo.  Seneca fu attivo in molti campi, compresa la vita pubblica, dove fu  senatore   e   questore , dando un impulso riformatore. Egli  rappresenta un diverso orientamento: egli mira alla  cura di sé   e all' autoeducazione interiore  attraverso la   filosofia .  Nelle Lettere a Lucilio  Seneca sostiene la necessità di migliorare se stessi dal punto di vista morale, seguendo l'esempio delle persone virtuose ed esaminando le esperienze personali.  Seneca critica anche l'educazione fine a se stessa, dicendo che è sbagliato dedicarsi allo studio senza mirare alla propria crescita interiore. D efinisce la figura del saggio come colui che  controlla le proprie passioni con l'uso della ragione e accetta il proprio destino. Egli inoltre critica le ricchezze e i beni materiali favore dei beni spirituali e dello sviluppo etico dell'individuo. Il suo pensiero è quindi rivolto al percorso

Quintiliano e l'educazione in età imperiale

Quintiliano  è stato un oratore romano e maestro di retorica. Fu il più i mportante autore che si occupò di pedagogia in età imperiale. Lo scopo di Quintiliano è formare il bonus orator, cioè colui che svolge una funzione etico-civile. E gli compone un'opera sull'educazione complessiva dell'oratore. L'Institutio oratoria espone gli aspetti dell'istruzione primaria e grammaticale.  Successivamente amplia il discorso fino all'attività dell'oratore adulto.  I caratteri dell'oratore sono: onestà, abilità nel parlare e la preparazione filosofica. La riflessione di Quintiliano prende in considerazione le modalità di insegnamento e la figura del maestro. L'oratore quindi, secondo la sua impostazione, deve al suo completo sviluppo naturale. Egli inoltre fu l'unico del suo tempo a pronunciarsi contro le punizioni corporali. Quintiliano fornisce anche un ritratto del maestro ideale, che deve: essere pratico, positivo e morale essere sensib

l'organizzazione scolastica romana

L'insegnamento a Roma si articola in educazione primaria, secondaria, superiore e tecnico-professionale.  L'educazione romana inizia con l'istruzione primaria o lodus litterarius, a 7 anni.  Il magister o litterator insegna a leggere e a scrivere, il calcolo viene invece insegnato dal calculator: insegnamento importante perché molti allievi, dopo questo livello, lasciano gli studi per diventare mercanti.  L'insegnamento è impartito attraverso un metodo ripetitivo-mnemonico e coercitivo e un frequente ricorso alle punizioni corporali. Al termine di questo ciclo scolastico gli studenti sanno appena leggere e scrivere. All'istruzione secondaria accedono solo i ragazzi provenienti da famiglie ricche e che frequentano per tre anni le lezioni di un grammaticus. Le materie di insegnamento sono la grammatica,  logica, retorica, musica, astronomia, geometria, aritmetica, medicina e architettura.  Anche in questo ciclo di studi è previsto un metodo mnemonico. Lo scopo di q

CICERONE E L'ELLENIZZAZIONE DELL'EDUCAZIONE ROMANA

Marco Tullio Cicerone è stato un avvocato, politico, scrittore oratore e sopratutto un filosofo romano.  Cicerone fu una delle figure più rilevanti di tutta l'antichità romana . La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica,  rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C, tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica.  Egli, a differenza di Catone, cerca di conciliare il  mos maiorum   con la cultura greca, interessandosi ai problemi morali e alle questioni pratiche.  Con lui la paideia ellenica diventa  humanitas , che si pone come un nuovo modello educativo romano. Cicerone si sofferma soprattutto sull'istruzione superiore per la formazione dell'oratore, nella quale  devono confluire erudizione e etica. La sua opera più importante è il  De oratore , nella quale egli esamina la retorica e l'oratoria sottolineando gli aspetti fondamentali:  inven

Catone e la difesa della tradizione contro la crisi repubblicana

La società si affianca a nuovi ceti e non condivide più i vecchi valori incentrati sulla tradizione, come l'austerità e la legalità. Le stesse correnti di pensiero ellenistiche non pongono più lo stato e la collettività al centro, ma l'uomo nella sua individualità. Dal III sec. a.C. cambia anche l'educazione. Le famiglie ricche affidano sempre più i propri figli a un servo o a un liberto istruito, il pedagogus. Le ragazze delle famiglie più elevate vengono affidate a un pedagogus per studiare, sempre in casa. In età precoce, però, si sposano, passando all'autorità del marito. Tuttavia, una parte della società romana si mostra ostile a questi cambiamenti e all'influenza greca.  Marco Porcio Catone contrastava la tendenza che va a diffondersi di affidare i giovani ai precettori greci. Egli esorta a recuperare la vecchia tradizione che vede nel padre l'educatore naturale dei propri figli e così personalmente il proprio figlio, raccogliendo nei Libri ad filum Marcum

L'educazione romana delle origini e il mos maiorum

All'inizio l'economia romana aveva soprattutto un  carattere agricolo  e la sua società era dominata da un' aristocrazia di proprietari terrieri.  In questa fin dalle origini predominano i valori della casa e della famiglia. L'educazione non richiede un contesto specializzato, ma avviene all'interno stesso della famiglia.  Il sentimento a cui si viene educati è quello della  pietas,  rispetto  per i genitori, per gli antenati, la patria e le divinità. Anche la dedizione al lavoro, la moderazione e il rispetto della legge sono valori molto importanti, valori vicini all'areté di  Esiodo. Questo insieme di valori costituisce il  mos maiorum,  l'esempio  che viene dagli antenati. La prima educatrice è la madre, anche se la donna nella società romana è inferiore all'uomo. Compiuti i sette anni il figlio passa sotto la guida del  padre, il pater familias.  L'educatore è il genitore.  Attraverso l'esempio del padre, il figlio impara il necessario per

L'educazione nell'antica Roma: l'educazione come ''fatto sociale''

A seconda della loro condizione, i cittadini romani godono di diritti politici, partecipano alle assemblee, rivestono cariche politiche ecc... L'educazione  per i Romani è un  fatto sociale,  che integra gli individui nella vita della città, quindi essa ha un' intento civico.  Il cittadino romano infatti, deve sapersi comportare di fronte alla collettività in modo adeguato, dal modo di camminare, al modo di vestirsi e di arredare la casa. L'educazione romana ha un'intento più pratico e meno filosofico. I Greci per l'educazione dei fanciulli parlano di paidéia. I Romani invece usano il termine educatio per indicare la  prima formazione  per lo sviluppo delle attitudini, fisiche, morali e intellettuali   mentre la formazione culturale è rimandata agli anni successivi.  Il termine humanitas corrisponde al greco paidéia, educazione raffinata fondata su valori morali.

Le strutture e il percorso educativo in età ellenistica

In età ellenistica, la prima formazione avviene in famiglia a cura delle donne di casa. Dai sette ai diciannove anni i ragazzi frequentano la scuola pubblica, a cura dei municipi. Qui  incontriamo la figura del pedagogo, che accompagna il ragazzo a scuola, lo aiuta nell'attività scolastica e rappresenta per lui un riferimento di tipo  morale. Mentre il maestro svolge il compito dell'insegnamento.   -  Istruzione primaria (7-12)  Gli studenti in questi anni imparano a leggere e scrivere e imparano la matematica, musica e ginnastica . Vengono utilizzate anche le   punizioni corporali   per chi si mostra lento nell'apprendimento.   - Istruzione secondaria (12-20) Riguarda sia la formazione umanistica e quella scientifica. Il grammatico insegna anche letteratura, mentre il retore cura la produzione scritta e orale degli allievi. Durante l'efebato viene impartito un  addestramento militare che prepara soprattutto alla carriera di atleta professionista.     - Forma

Aristotele: la formazione integrale e l'educazione di Stato

Aristotele, privilegia l'analisi delle realtà e della felicità alla descrizione dello Stato ideale.  Il pensiero etico-pedagogico di Aristotele si esprime nell'Etica Nicomachea e nel La Politica. Aristotele stabilisce uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità: solo una formazione integrale dell'uomo può permettere di raggiungere l'equilibrio. Aristotele ha sempre presente la formazione del buon cittadino e l'amore per la cultura. Aristotele parla infatti di due tipi di virtù: -virtù dianotiche: esercito dell'intelligenza  -virtù etiche: controllo delle passioni. Aristotele richiede un'educazione adeguata e completa, riservata solo all'elitè. Nell'educazione degli uomini concorrono tre fattori: natura, cioè predisposizione di corpo e spirito. costume, che è dato dal tipo di comportamento familiare e pubblico. discorso, cioè insegnamenti ricevuti da maestri. Secondo Aristotele lo Stato deve occuparsi dell'istruzione.  Ar

Isocrate: la formazione dell'oratore

Isocrate, nel 390 a.C., apre ad Atene una propria scuola in concorrenza con l'Accademia di Platone.  Isocrate rinuncia a una rifondazione del sapere ritenendo che sia impossibile raggiungere la verità assoluta. Egli persegue infatti un ideale culturale ed educativo accessibile alla maggior parte degli uomini. Isocrate intende insegnare le tecniche di formazione di persone autentiche, con un'ampia educazione. Anch'egli vuole arginare la crisi della poleis, puntando alla formazione di un uomo di Stato che sia una persona colta e onesta. Su questo si sofferma la sua opera Niclocle, mentre nell'Antidosis illustra la propria attività didattica. Per la sua formazione dell'oratore, prevede un curricolo di quattro anni durante i quali viene fornita una preparazione enciclopedica. Viene insegnata la retorica, aspetti linguistico-grammaticali, la matematica e la retorica. Nella formazione generale ha una grande importanza lo studio della storia.

Il mito della caverna

In una caverna ci sono dei prigionieri incatenati fin dalla nascita, costretti a guardare verso la parete di fondo, con dietro il fuoco. Tra i prigionieri e il fuoco c'è un piccolo muro, dove al di dietro passano delle persone che portano sulla testa delle statuette raffiguranti oggetti di vario genere facendoli sporgere al di sopra del muretto. Gli uomini vedendo solo le ombre degli oggetti proiettate sul fondo della caverna credono che quelle figure siano la realtà. Però uno schiavo riesce a liberarsi e quando vede le statuette illuminate dal fuoco capisce che quelle erano la loro fonte. poi riesce a uscire dalla caverna, ma doveva abituati alla luce del sole, così all'inizio si accontenta delle immagini riflesse nell'acqua e poi a vedere la natura. Lo schiavo dopo aver scoperto la realtà rientra nella caverna per annunciare agli latri quello che ha visto la viene deriso perché credono a una realtà diversa e infine viene ucciso.

Socrate: la forza del dialogo

I sofisti sono "professionisti della formazione", mentre Socrate dedica la sua vita alla filosofia: ai suoi allievi non trasmette un insegnamento tecnico ma bensì morale, per il quale non chiede una ricompensa. Socrate insegna ai suoi interlocutori che molte loro idee sono infondate e li induce alla continua ricerca della verità. Attraverso il dialogo, Socrate pone delle domande  per mettere alla prova le loro convinzioni. Egli cerca la risposta nel concetto, cioè dalla definizione. Queste confutazioni apre la strada a un'autentica ricerca del sapere la verità.  Socrate induce chi dialoga con lui a fornire egli stesso alla domanda iniziale. Grazie al suo metodo, la maieutica; ossia far partorire le idee. Egli stesso, però, si dichiara ignorante (ironia socratica). Metodo e scopi distinguono i sofisti a Socrate. A Socrate non interessa la retorica, ma piuttosto la dialettica, come serrato dialogo, una pratica argomentativa guidata dalla ragione. Socrate vorrebbe arrivar

I sofisti e la nascita della paideia

Nel V secolo Atene raggiunse il vertice del suo splendore politico e culturale grazie a Pericle .  Il termine sofista indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici. I sofisti intendono insegnare   l'aretè politica.   La nuova virtù   consiste nell'abilità dialettica e retorica,   cioè nell'arte del linguaggio. Le tecniche insegnate dai sofisti sono due: La dialettica , ovvero un dialogo tra due o più interlocutori; La retorica , lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto numero di ascolti. Oltre a questi due aspetti, i sofisti pongono il possesso di un sapere enciclopedico. prorogata di Abdera e Gorgia da Lentini   sono i maggiori rappresentanti.  I sofisti furono accusati di   scetticismo,   per aver affermato che non è possibile conoscere nulla con certezza e di  nichilismo.