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Visualizzazione dei post da 2018

Dalla Regola: l'importanza della lettura

Questo brano è tratto dalla Regola di San Benedetto, dove vengono dettate le modalità con le quali doveva avvenire la lettura che accompagnava il pasto comune; quando gli altri mangiavano il cibo del corpo, un confratello, secondo dei turni, doveva fornire cibo all'anima. Alle mense dei monaci non doveva mai mancare la lettura. Tutti i monaci dovevano solo ascoltare, invece ai superiori era riservato a commentare la lettura. Non poteva leggere chi aveva preso un libro a caso, ma doveva incominciare alla domenica che poi, doveva proseguire per tutta la settimana. Invece chi entrava in un ufficio dopo le preghiere finali, si doveva raccomandare alle orazioni di tutti, affinché Dio si allontanava da lui. San Benedetto raccomandava un silenzio durante la consumazione dei pasti, perché nessuno doveva disturbare l'ascolto e la comprensione del testo che si leggeva. Il monaco che doveva leggere, prima della lettura, doveva bere un bicchiere di vino per rispetto alla santa comunio

Dalla Regola: severità e comprensione nell'educazione

San Benedetto scrive alcuni passaggi sulla severità e sulla comprensione dei fanciulli, dove raccomanda di ''battere'' i fanciulli che sbagliano, ma raccomanda anche la comprensione nei loro confronti sul perché hanno errato. Cap.30-La correzione dei fanciulli in età minore Quando i fanciulli e gli adolescenti  commetteranno colpa, o saranno puniti con digiuni prolungati o con gravi battiture. Cap.37-I vecchi e i fanciulli Anche per i vecchi facevano sentire l'autorità della Regola. Ma dovevano avere sempre presente la loro debolezza e non erano tenuti alla severità della Regola all'alimentazione, ma potevano anticipare le ore dei pasti. Cap.45-La correzione di quelli che sbagliano in coro Se qualcuno sbagliava nel recitare il salmo e non si umiliava davanti a tutti con una penitenza, veniva sottoposto ad una pena più severa. Invece per i fanciulli venivano battuti. Cap.46- La correzione di quelli che sbagliano in qualsiasi altra cosa Se qualcuno c

L'europa e la cultura araba

Il mondo musulmano manifesta una grande vitalità culturale. I dotti musulmani rielaborano le teorie di Platone e Socrate. Scienziati islamici compiono progressi in campi come l'alchimia, la fisica, l'astronomia. Rilevante è il contributo nella matematica: e agli arabi che si deve il sistema numerico oggi utilizzato. Inoltre l'algebra deve il suo nome al titolo di un libro di al-Khuvaritzmi, matematico iraniano, così come il termine algoritmo. Nella città di Baghdad a Bassora si sviluppa la letteratura araba che ha forti intenti pedagogici. A originali indiani risale Le Mille e una notte, importante testo letterario. La letteratura indiana inoltre funge da collegamento tra cultura occidentale e orientale.

La scuola nell'islam

L'educazione nell'Islam è influenzata anche dalla Sunna, un testo che riporta le azioni di Maometto. Il credente dell'islam ha il dovere di farsi istruire. L'istruzione si articola in tre livelli: ISTRUZIONE PRIMARIA: scuole elementari basata sulla memorizzazione dei versetti del Corano, sull'apprendimento della lingua araba, grammatica, calcolo e conoscenza delle tradizioni. ISTRUZIONE SECONDARIA: si imparano le abilità manuali e le competenze specifiche, ma anche letteratura, predicazione, medicina, geometria, commercio, artigianato, ecc. ISTRUZIONE SUPERIORE: riservata ai maschi di alto ceto, impartita nelle moschee e poi nella madrasa, cioè un collegio nel quale convivono studenti e insegnanti. Si studia teologia, scienza coranica, filosofia, metrica, retorica, logica. E' inoltre necessario conoscere le tradizioni e il calendario liturgico, relativo alle più importanti funzioni religiose. Gli studenti vengono introdotti alla conoscenza del sufism

L'educazione nell'islam

Le raccomandazioni e i divieti del Corano non sono destinati al bambino immaturo, ma al bambino responsabile o all'adulto responsabile del bambino. L'islam raccomanda una formazione complessiva dell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti. Il bambino impara che esiste una vita dopo la morte e che riceverà un premio o una punizione secondo la condotta tenuta nella Dunyia, ovvero la vita terrena. L'educazione è dunque contraddistinta da un importanza religiosa: bisogna trasmettere i valori del corano.

Maometto e l'islam

La nascita dell'islam si deve al profeta Maometto, il quale avrebbe ricevuto una rivelazione da Dio. Il contenuto di questa rivelazione è contenuto n el Corano. Maometto ritiene di essere l'unico profeta, di essere davanti a Dio o a qualunque altra figura.   Maometto trasmette oralmente il contenuto del Corano, i cui versetti vengono poi trascritti su vari materiali. Questa forma di trascrizione spontanea comporta la presenza di molte versioni del Corano. Il Corano contiene precetti sulla società islamica e fissa gli obbiettivi fondamentali di un credente musulmano, i cos ì detti 5 pilastri dell'islam: la testimonianza di fede; le cinque preghiere quotidiane; il pagamento di un imposta coranica; il pellegrinaggio alla Mecca; il digiuno nel mese del Ramadan.

Il mondo arabo peristaltico: la tradizione orale

La civiltà araba si sviluppò nella penisola ebraica, con il profeta Maometto come promotore e fondatore dell'islam. In questa civiltà tradizioni, conoscenze e costumi venivano trasmessi oralmente. I poemi preislamici hanno anche un carattere pedagogico: essi infatti trasmettono ai ragazzi valori come ospitalità, generosità, carità e amore per gli animali. In una Mu'allaquat, cioè una raccolta di poesia, viene infatti descritta una cammella come essere prezioso.

L'educazione del cavaliere

 L'educazione cavalleresca è la prima forma di educazione laica imperniata sull' ideale cavalleresco. Importante, sull'epoca cavalleresca, è il poema della Chanson de Roland. La formazione dei giovani aristocratici avviene spesso all'interno della famiglia dove imparano a leggere i testi sacri e a scrivere. Al futuro cavaliere vengono insegnati lealtà e fedeltà. Egli infatti deve imparare a prendersi cura dei deboli e difendere la Chiesa. Quindi le virtù morali e cristiane, insieme alla cortesia, sono fondamentali per il cavaliere. Già dal VIII secolo la nomina del cavaliere avviene seguendo una tradizionale procedura: l'investitura, nella quale il neo cavaliere viene battuto sulla spalla con una spada. La formazione cavalleresca inizia presto: a sette anni il ragazzo viene affidato al paggio; a quattordici anni viene inviato come scudiero in un castello; a ventun anni diventa un cavaliere. 

Scuole episcopali, parrocchiali e patriarcali

I monasteri si caratterizzavano per i centri di formazione dei futuri monaci. I giovani apprendevano la lettura e la scrittura. Gradualmente le scuole monastiche cominciano ad accogliere anche gli allievi che non intendono pronunciare i voti. Alcuni monasteri continuano però a presentare le scuole per chierici e per laici. Il Concilio di Toledo del 527 rende ufficiale la nascita delle scuole ecclesiastiche e stabilisce che i futuri sacerdoti, vengano formati da un chier i co presso le  case dei vescovi. Nascono  così le scuole episco pali . Ad affrontare il numero non molto elevato di scuole interviene il concilio di Vaison del 529, che  si prepone di stabilire le sc u ole anche nei centri poco abitati. Sotto il governo di Giustiniano nel VI secolo, la Chiesa dell'impero d'oriente impone la  rel i gione cristiana nelle scuole. In Oriente la scuola è affidata allo Stato. Avevano la preoccupazione che la fede  potesse indebolire il potere  della cultura e dell'insegnament

Carlo Magno e la scuola palatina

Carlo Magno,  primo imperatore del Sacro Romano Impero, da vita ad un fenomeno di rinascita culturale chiamato "rinascita carolingia". Considera fondamentale che tutti i popoli conquistati siano accomunati dagli stessi costumi, da un'unica lingua e da un'unica religione e per far questo invita la Chiesa a organizzare l'istruzione destinata anche agli uomini liberi. Nel 787 Carlo Magno ha già incaricato Alcuino di York di i s tituire presso la sua corte ad Aquisgrana la Schola palatina, destinata ai figli della nobiltà laica col desidero di acquisire una formazione classica. Alcuino si adopera per organizzare il programma didattico della scuola che prevede: -un'istruzione primaria con l'insegnamento della lettura e della scrittura; -un livello superiore con lo studio della filosofia; -un livello ancora più alto dove si approfondisce la filosofia come introduzione alle Sacre Scritture.   Con l'esortazione generale Carlo Magno prevede la fondazione di

Gregorio Magno: la formazione del clero e l'educazione popolare

Gregorio Magno è considerato un divulgatore della religione cristiana e nella Regola pastorale, detta i principi pedagogici per la formazione dei chierci e dei vescovi. Convinto sostenitore della formazione popolare, una volta eletto papa ricorda ai suoi vescovi di rivolgere la formazione religiosa al popolo, attraverso la predicazione. Il buon predicatore deve saper semplificare il linguaggio e adattarsi ad un auditorio modesto. Accanto alla cura per la semplificazione del linguaggio ha grande importanza il ricorso alle immagini. Uno dei pilastri fondamentali di Gregorio sono le scelte personali. 

Severino Boezio: le arti liberali e la filosofia

Le arti liberali sono al centro delle riflessioni di Boezio, che afferma che nella difficile situazione dell'impero sia possibile tramandare e conservare la cultura. Secondo lui le arti del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia e musica) colgono alla perfezione il numero dello spazio, dei corpi e del numero. Boezio rivolge particolare attenzione all'uso de linguaggio. In particolare si occupa della dialettica. Per far ciò studia le opere di Aristotele e le traduce in latino. La dialettica si articola in tre fasi:  -   lo studio della parola, del suono e del significato; - lo studio del valore logico; - lo studio della proposizione. Grazie al suo impegno la retorica assume grande importanza: diventa un valore centrale nel curriculum formativo. Egli afferma che attraverso la retorica si può conoscere tuto l'universo. Nella consolazione della filosofia, egli immagina che la filosofia sia una donna anziana che nei momenti difficili della vita lo venga a conso

Benedetto da Norcia

Dopo l'Editto di Costantino, che permetteva a tutti i cittadini di professare la loro fede  fu emanato l'Editto di Tessalonica, dove proclamarono il Cristianesimo religione di Stato.  La Chiesa garantiva l'istruzione a partite dal V-VI.  Il monachesimo fu la forma più importante per la Chiesa. Il monachesimo nacque in Oriente e inizialmente si esprimeva come desiderio da parte dei laici, scegliendo di vivere una vita di povertà, votata dal sacrificio, alla preghiera e alla contemplazione, per essere degni figli di Dio. Decidono di vivere in solitudine come una vita ascetica.  L'organizzazione  erano o in comunità aperte, con le Laure o in comunità con regole di vita, ossia con i cenobi.  Nel VI il monachesimo si diffuse anche in Occidente grazie a Benedetto da Norcia, il quale dopo aver fondato il primo monastero a subisco, fondò nel 529 uno a Montecassino.  Per la vita monastica elaborò una Regula.  Per Benedetto la vita del Monaco doveva essere caratterizzata dall&

Sant'Agostino e il ''maestro interiore''

Agostino ritiene che i modelli educativi e culturali classici siano utili in una prospettiva cristiana e promuove una collaborazione tra ragione e fede. Nelle Confessioni, la sua opera autobiografica, Agostino delinea la sua concezione di insegnamento fondato sulla curiosità e sull'interesse dell'allievo. Infatti Agostino nel Il maestro affronta le questioni sul pensiero educativo. Il maestro non può insegnare attraverso il linguaggio, perché è costituito di segni che possono essere compresi solo da chi conosce già le cose a cui si riferiscono, ma può soltanto stimolare l'allievo alla ricerca interiore della verità nella propria anima, cioè del proprio maestro interiore. Per Agostino l'educazione è un processo nel quale l'allievo è attivo protagonista e no passivo ricettore Un altro tema importante nella pedagogia di Agostino è l'amore. Nella Prima catechesi considera l'amore anima dell'educazione: in ottica cristiana, l'amore tra maestr

Patristica latina dei secoli successivi: san Gerolamo e sant'Ambrogio

San Gerolamo, manifesta ancora un atteggiamento di chiusura nei confronti del mondo classico. Gerolamo insiste sull'importanza dell'educazione nella prima infanzia, compito assegnato ai genitori.  Insiste in particolare, sull'educazione femminile attraverso le tre lettere indirizzate  a Leta per l'educazione della piccola Paola, a Gaudenzio per l'educazione della fanciulla Pacatula e alla vergine Eustochio .  Oltre la preghiera, Gerolamo consiglia per l'educazione delle fanciulle ianche la penitenza e la mortificazione psicologica e fisica.  In Gerolamo è quindi presente un'attenzione particolare per l'educazione femminile.  Invece  Sant'Ambrogio , vescovo di Milano, trae spunti dal  De officis  di Cicerone per l'elaborazione della propria opera  I doveri dei sacerdoti  ( De officis ministrorum ).  Contrasta gli aspetti della cultura pagana che possono ostacolare la conquista della vita eterna. Così la fides latina (la lealtà) dive

I primi apologisti della Patristica latina: Minucio Felice e Tertulliano contro la cultura pagana

La Patristica latina è il gruppo di Padri della Chiesa che scrive in latino e spesso è più radicato nell'Occidente dell'impero. I Padri latini non sono molto attratti dalla filosofia. In questo contesto, il primo scritto apogetico a favore dei cristiani è forse il dialogo Ottavio, scritto da Minucio Felice. Una posizione estrema , e ancora più critica, è quella dello scrittore latino Tertulliano, secondo il quale è la fede e non la ragione l'unico mezzo per raggiungere la verità. Nell'opera " Apologetico " nega ogni possibile somiglianza tra filosofia e cristianesimo.

La Patristica Greca: Clemente Alessandrino, Origene, Giovanni Crisostomo

Clemente Alessandrino  I maggiori Padri della Chiesa si occupano di stabilire un rapporto tra cristianesimo e filosofia greca, chiarire aspetti teologici del cristianesimo fornire precise indicazioni educative per arrivare alle classi colte. Ad Alessandria d'Egitto  Clemente Alessandrino   che dirige il Didaskaleion, scrive due opere, il  Protrettico  e il  Pedagogo , nelle quali affronta il rapporto tra cristianesimo e cultura greca. Clemente ritiene possibile individuare Origine  nei filosofi antichi una scintilla divina.  Il cristianesimo diventa una nuova paidéia. Nel Pedagogo Cristo compare come pedagogo dell'umanità. Successore di Clemente è  Origene , per lui è il messaggio divino a porsi come educatore dell'umanità. Scopo dell'educazione cristiana è quindi, favorire il ritorno a Dio. Origene è fondamentale per l'interpretazione della Bibbia. Tra i più grandi educatori della Patristica greca, va ricordato ancora  Giovanni Crisostomo .   Nell

Cristianesimo e filosofia

Il cristianesimo si trova difronte a una doppia sfida: l'accusa di essere una  fede pericolosa per la stabilità dell'impero e le  diverse interpretazioni dello stesso messaggio cristiano . Dal II sec. d. C. compaiono le prime  scuole cristiane, che  insegnano elementi di filosofia greca. I primi maestri cristiani sono i didàskaloi. Una delle più importanti scuole sorge ad Alessandria d'Egitto ed è chiamata Didaskaleion.  Qui operano Panteo, Clemente Alessandrino e Origene. Vengono insegnate le sette arti liberali (grammatica, logica, retorica, aritmetica, geometria, musica e astronomia), che si collegano al mondo classico.  Attraverso lo studio della Bibbia si educa al cristianesimo. L'educazione è scandita in due livelli formativi:   _incipienti: che vengono preparati al battesimo; _competenti: ai quali viene fatta una preparazione più approfondita. Qui compare la figura del sacerdote al quale affidano il compito educativo. Il battesimo è per i cr

La prima educazione cristiana e l'importanza dei fanciulli

Nei primi secoli l'educazione cristiana è basata sul rapporto personale, un'educazione informale portata avanti dai Padri apostolici. Nell'ottica cristiana l'educazione è rivolta a tutti. Quello cristiano è un messaggio universale che, attraverso un rinnovamento interiore, vuole condurre alla salvezza dell'anima. Il messaggio di Cristo è incentrato sull'amore per gli altri, riflesso dell'amore per Dio.  Per Cristo i fanciulli diventano un esempio da imitare, per gli adulti.

Cristianesimo ed educazione: la salvezza dell'anima

Il  Cristianesimo acquista una maggiore importanza negli ultimi secoli dell'impero romano. Inoltre è aperto a tutti e diventò la religione ufficiale. Col tempo crebbe l'importanza della Chiesa cristiana e sorsero i primi monasteri nelle campagne, dove non erano solo isole di pace, ma anche centri di conversazione e di trascrizione di opere. Il Cristianesimo manifesta una vocazione pedagogica, dove Cristo è il maestro e predica la ''buona novella''. I primi strumenti dell'educazione sono i Vangeli, dove sono incentrati sulla figura di Cristo e su suo esempio. Insegna tramite esempi concreti, che sono il contenuto delle parabole, infatti ''parabola'' dal greco vuol dire <<comparazione>> e <<similitudine>>.

Diventare uomini

Nel mondo romano i riti di passaggio più importanti era soprattutto quando i maschi deponeva l'abito puellare, ossia la toga pretesta e indossavano la toga virili, detta anche libera. Lo si faceva per partecipare simbolicamente nel mondo degli adulti. Il pater doveva stabilire a che età doveva affrontare questa svolta; in genere andava dai 13-14 ai 17-18 anni. La cerimonia segnava l'ufficializzazione della maggiore età per ambiti socio-famigliari, invece che giuridici. Durante la cerimonia il ragazzo si doveva presentare di fronte alla legge con la nuova veste. Era come un'esame, che lo si dimostrava con la propria preparazione.

Seneca e l'autoeducazione interiore

 Seneca è stato un filosofo, drammaturgo e politico romano, esponente dello stoicismo.  Seneca fu attivo in molti campi, compresa la vita pubblica, dove fu  senatore   e   questore , dando un impulso riformatore. Egli  rappresenta un diverso orientamento: egli mira alla  cura di sé   e all' autoeducazione interiore  attraverso la   filosofia .  Nelle Lettere a Lucilio  Seneca sostiene la necessità di migliorare se stessi dal punto di vista morale, seguendo l'esempio delle persone virtuose ed esaminando le esperienze personali.  Seneca critica anche l'educazione fine a se stessa, dicendo che è sbagliato dedicarsi allo studio senza mirare alla propria crescita interiore. D efinisce la figura del saggio come colui che  controlla le proprie passioni con l'uso della ragione e accetta il proprio destino. Egli inoltre critica le ricchezze e i beni materiali favore dei beni spirituali e dello sviluppo etico dell'individuo. Il suo pensiero è quindi rivolto al percorso

Quintiliano e l'educazione in età imperiale

Quintiliano  è stato un oratore romano e maestro di retorica. Fu il più i mportante autore che si occupò di pedagogia in età imperiale. Lo scopo di Quintiliano è formare il bonus orator, cioè colui che svolge una funzione etico-civile. E gli compone un'opera sull'educazione complessiva dell'oratore. L'Institutio oratoria espone gli aspetti dell'istruzione primaria e grammaticale.  Successivamente amplia il discorso fino all'attività dell'oratore adulto.  I caratteri dell'oratore sono: onestà, abilità nel parlare e la preparazione filosofica. La riflessione di Quintiliano prende in considerazione le modalità di insegnamento e la figura del maestro. L'oratore quindi, secondo la sua impostazione, deve al suo completo sviluppo naturale. Egli inoltre fu l'unico del suo tempo a pronunciarsi contro le punizioni corporali. Quintiliano fornisce anche un ritratto del maestro ideale, che deve: essere pratico, positivo e morale essere sensib

l'organizzazione scolastica romana

L'insegnamento a Roma si articola in educazione primaria, secondaria, superiore e tecnico-professionale.  L'educazione romana inizia con l'istruzione primaria o lodus litterarius, a 7 anni.  Il magister o litterator insegna a leggere e a scrivere, il calcolo viene invece insegnato dal calculator: insegnamento importante perché molti allievi, dopo questo livello, lasciano gli studi per diventare mercanti.  L'insegnamento è impartito attraverso un metodo ripetitivo-mnemonico e coercitivo e un frequente ricorso alle punizioni corporali. Al termine di questo ciclo scolastico gli studenti sanno appena leggere e scrivere. All'istruzione secondaria accedono solo i ragazzi provenienti da famiglie ricche e che frequentano per tre anni le lezioni di un grammaticus. Le materie di insegnamento sono la grammatica,  logica, retorica, musica, astronomia, geometria, aritmetica, medicina e architettura.  Anche in questo ciclo di studi è previsto un metodo mnemonico. Lo scopo di q

CICERONE E L'ELLENIZZAZIONE DELL'EDUCAZIONE ROMANA

Marco Tullio Cicerone è stato un avvocato, politico, scrittore oratore e sopratutto un filosofo romano.  Cicerone fu una delle figure più rilevanti di tutta l'antichità romana . La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica,  rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C, tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica.  Egli, a differenza di Catone, cerca di conciliare il  mos maiorum   con la cultura greca, interessandosi ai problemi morali e alle questioni pratiche.  Con lui la paideia ellenica diventa  humanitas , che si pone come un nuovo modello educativo romano. Cicerone si sofferma soprattutto sull'istruzione superiore per la formazione dell'oratore, nella quale  devono confluire erudizione e etica. La sua opera più importante è il  De oratore , nella quale egli esamina la retorica e l'oratoria sottolineando gli aspetti fondamentali:  inven

Catone e la difesa della tradizione contro la crisi repubblicana

La società si affianca a nuovi ceti e non condivide più i vecchi valori incentrati sulla tradizione, come l'austerità e la legalità. Le stesse correnti di pensiero ellenistiche non pongono più lo stato e la collettività al centro, ma l'uomo nella sua individualità. Dal III sec. a.C. cambia anche l'educazione. Le famiglie ricche affidano sempre più i propri figli a un servo o a un liberto istruito, il pedagogus. Le ragazze delle famiglie più elevate vengono affidate a un pedagogus per studiare, sempre in casa. In età precoce, però, si sposano, passando all'autorità del marito. Tuttavia, una parte della società romana si mostra ostile a questi cambiamenti e all'influenza greca.  Marco Porcio Catone contrastava la tendenza che va a diffondersi di affidare i giovani ai precettori greci. Egli esorta a recuperare la vecchia tradizione che vede nel padre l'educatore naturale dei propri figli e così personalmente il proprio figlio, raccogliendo nei Libri ad filum Marcum

L'educazione romana delle origini e il mos maiorum

All'inizio l'economia romana aveva soprattutto un  carattere agricolo  e la sua società era dominata da un' aristocrazia di proprietari terrieri.  In questa fin dalle origini predominano i valori della casa e della famiglia. L'educazione non richiede un contesto specializzato, ma avviene all'interno stesso della famiglia.  Il sentimento a cui si viene educati è quello della  pietas,  rispetto  per i genitori, per gli antenati, la patria e le divinità. Anche la dedizione al lavoro, la moderazione e il rispetto della legge sono valori molto importanti, valori vicini all'areté di  Esiodo. Questo insieme di valori costituisce il  mos maiorum,  l'esempio  che viene dagli antenati. La prima educatrice è la madre, anche se la donna nella società romana è inferiore all'uomo. Compiuti i sette anni il figlio passa sotto la guida del  padre, il pater familias.  L'educatore è il genitore.  Attraverso l'esempio del padre, il figlio impara il necessario per

L'educazione nell'antica Roma: l'educazione come ''fatto sociale''

A seconda della loro condizione, i cittadini romani godono di diritti politici, partecipano alle assemblee, rivestono cariche politiche ecc... L'educazione  per i Romani è un  fatto sociale,  che integra gli individui nella vita della città, quindi essa ha un' intento civico.  Il cittadino romano infatti, deve sapersi comportare di fronte alla collettività in modo adeguato, dal modo di camminare, al modo di vestirsi e di arredare la casa. L'educazione romana ha un'intento più pratico e meno filosofico. I Greci per l'educazione dei fanciulli parlano di paidéia. I Romani invece usano il termine educatio per indicare la  prima formazione  per lo sviluppo delle attitudini, fisiche, morali e intellettuali   mentre la formazione culturale è rimandata agli anni successivi.  Il termine humanitas corrisponde al greco paidéia, educazione raffinata fondata su valori morali.

Le strutture e il percorso educativo in età ellenistica

In età ellenistica, la prima formazione avviene in famiglia a cura delle donne di casa. Dai sette ai diciannove anni i ragazzi frequentano la scuola pubblica, a cura dei municipi. Qui  incontriamo la figura del pedagogo, che accompagna il ragazzo a scuola, lo aiuta nell'attività scolastica e rappresenta per lui un riferimento di tipo  morale. Mentre il maestro svolge il compito dell'insegnamento.   -  Istruzione primaria (7-12)  Gli studenti in questi anni imparano a leggere e scrivere e imparano la matematica, musica e ginnastica . Vengono utilizzate anche le   punizioni corporali   per chi si mostra lento nell'apprendimento.   - Istruzione secondaria (12-20) Riguarda sia la formazione umanistica e quella scientifica. Il grammatico insegna anche letteratura, mentre il retore cura la produzione scritta e orale degli allievi. Durante l'efebato viene impartito un  addestramento militare che prepara soprattutto alla carriera di atleta professionista.     - Forma

Aristotele: la formazione integrale e l'educazione di Stato

Aristotele, privilegia l'analisi delle realtà e della felicità alla descrizione dello Stato ideale.  Il pensiero etico-pedagogico di Aristotele si esprime nell'Etica Nicomachea e nel La Politica. Aristotele stabilisce uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità: solo una formazione integrale dell'uomo può permettere di raggiungere l'equilibrio. Aristotele ha sempre presente la formazione del buon cittadino e l'amore per la cultura. Aristotele parla infatti di due tipi di virtù: -virtù dianotiche: esercito dell'intelligenza  -virtù etiche: controllo delle passioni. Aristotele richiede un'educazione adeguata e completa, riservata solo all'elitè. Nell'educazione degli uomini concorrono tre fattori: natura, cioè predisposizione di corpo e spirito. costume, che è dato dal tipo di comportamento familiare e pubblico. discorso, cioè insegnamenti ricevuti da maestri. Secondo Aristotele lo Stato deve occuparsi dell'istruzione.  Ar