Passa ai contenuti principali

Dalla Regola: l'importanza della lettura

Questo brano è tratto dalla Regola di San Benedetto, dove vengono dettate le modalità con le quali doveva avvenire la lettura che accompagnava il pasto comune; quando gli altri mangiavano il cibo del corpo, un confratello, secondo dei turni, doveva fornire cibo all'anima.

Alle mense dei monaci non doveva mai mancare la lettura. Tutti i monaci dovevano solo ascoltare, invece ai superiori era riservato a commentare la lettura. Non poteva leggere chi aveva preso un libro a caso, ma doveva incominciare alla domenica che poi, doveva proseguire per tutta la settimana.
Invece chi entrava in un ufficio dopo le preghiere finali, si doveva raccomandare alle orazioni di tutti, affinché Dio si allontanava da lui.
San Benedetto raccomandava un silenzio durante la consumazione dei pasti, perché nessuno doveva disturbare l'ascolto e la comprensione del testo che si leggeva.
Il monaco che doveva leggere, prima della lettura, doveva bere un bicchiere di vino per rispetto alla santa comunione ed era costretto al digiuno, ossia doveva rimandare il pasto.
Infine i monaci non dovevano leggere in modo di anzianità, ma solo quelli che posso edificare chi ascolta.

Commenti

Post popolari in questo blog

Aristotele: la formazione integrale e l'educazione di Stato

Aristotele, privilegia l'analisi delle realtà e della felicità alla descrizione dello Stato ideale.  Il pensiero etico-pedagogico di Aristotele si esprime nell'Etica Nicomachea e nel La Politica. Aristotele stabilisce uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità: solo una formazione integrale dell'uomo può permettere di raggiungere l'equilibrio. Aristotele ha sempre presente la formazione del buon cittadino e l'amore per la cultura. Aristotele parla infatti di due tipi di virtù: -virtù dianotiche: esercito dell'intelligenza  -virtù etiche: controllo delle passioni. Aristotele richiede un'educazione adeguata e completa, riservata solo all'elitè. Nell'educazione degli uomini concorrono tre fattori: natura, cioè predisposizione di corpo e spirito. costume, che è dato dal tipo di comportamento familiare e pubblico. discorso, cioè insegnamenti ricevuti da maestri. Secondo Aristotele lo Stato deve occuparsi dell'istruzione.  Ar

L'educazione del cavaliere

 L'educazione cavalleresca è la prima forma di educazione laica imperniata sull' ideale cavalleresco. Importante, sull'epoca cavalleresca, è il poema della Chanson de Roland. La formazione dei giovani aristocratici avviene spesso all'interno della famiglia dove imparano a leggere i testi sacri e a scrivere. Al futuro cavaliere vengono insegnati lealtà e fedeltà. Egli infatti deve imparare a prendersi cura dei deboli e difendere la Chiesa. Quindi le virtù morali e cristiane, insieme alla cortesia, sono fondamentali per il cavaliere. Già dal VIII secolo la nomina del cavaliere avviene seguendo una tradizionale procedura: l'investitura, nella quale il neo cavaliere viene battuto sulla spalla con una spada. La formazione cavalleresca inizia presto: a sette anni il ragazzo viene affidato al paggio; a quattordici anni viene inviato come scudiero in un castello; a ventun anni diventa un cavaliere. 

I sofisti e la nascita della paideia

Nel V secolo Atene raggiunse il vertice del suo splendore politico e culturale grazie a Pericle .  Il termine sofista indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici. I sofisti intendono insegnare   l'aretè politica.   La nuova virtù   consiste nell'abilità dialettica e retorica,   cioè nell'arte del linguaggio. Le tecniche insegnate dai sofisti sono due: La dialettica , ovvero un dialogo tra due o più interlocutori; La retorica , lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto numero di ascolti. Oltre a questi due aspetti, i sofisti pongono il possesso di un sapere enciclopedico. prorogata di Abdera e Gorgia da Lentini   sono i maggiori rappresentanti.  I sofisti furono accusati di   scetticismo,   per aver affermato che non è possibile conoscere nulla con certezza e di  nichilismo.