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Catone e la difesa della tradizione contro la crisi repubblicana

La società si affianca a nuovi ceti e non condivide più i vecchi valori incentrati sulla tradizione, come l'austerità e la legalità. Le stesse correnti di pensiero ellenistiche non pongono più lo stato e la collettività al centro, ma l'uomo nella sua individualità.
Dal III sec. a.C. cambia anche l'educazione. Le famiglie ricche affidano sempre più i propri figli a un servo o a un liberto istruito, il pedagogus.
Le ragazze delle famiglie più elevate vengono affidate a un pedagogus per studiare, sempre in casa. In età precoce, però, si sposano, passando all'autorità del marito.
Tuttavia, una parte della società romana si mostra ostile a questi cambiamenti e all'influenza greca. 
Marco Porcio Catone contrastava la tendenza che va a diffondersi di affidare i giovani ai precettori greci. Egli esorta a recuperare la vecchia tradizione che vede nel padre l'educatore naturale dei propri figli e così personalmente il proprio figlio, raccogliendo nei Libri ad filum Marcum i suoi insegnamenti di agricoltura, medicina e retorica.
Catone valorizza l'oratoria come virtù civica, ma solo in stretti legame con etica e politica.
La retorica deve essere uno strumento di cui il pensiero deve servirsi. Al mondo rurale e ai suoi ideali, Catone dedica un'altra opera, il De agricultura, nella quale contrappone il lavoro dei campi all'attività mercantile: l'oratore e il contadino potranno rendere di nuovo Roma grande.

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